Oggi vi presentiamo Ciro Ricchiuti, il sarto di Satoria Latorre.
Ciao Ciro, ti va di presentarti?
Sì certo, sono Ciro, vengo da San Marzano di San Giuseppe e faccio il sarto. Una professione che svolgo da quando avevo 12 anni.
Fai il sarto da così tanto tempo?
Sì all’epoca la mattina andavo a scuola il pomeriggio in bottega. Ho imparato quasi tutto e non ho mai smesso di fare il sarto, finchè un giorno a 33 anni, un mio amico mi ha proposto di fare una prova a Sartoria Latorre.
E’ così che è nata la collaborazione con Sartoria Latorre?
Sì. Ho iniziato conoscendo perfettamente la professione da sarto, ma con Michele Latorre ho acquisito nuove competenze e approfondito quello che già sapevo fare.
Tipo quali?
Per esempio, ho imparato a perfezionare una delle parti più complesse di un capo sartoriale, la tasca, che è anche la mia preferita. Realizzare una tasca perfetta richiede tempo e attenzione, se per esempio non la si imbastisce bene, la tela potrebbe ritirarsi e far difetto.
Come si riconosce una giacca sartoriale?
Se per esempio si guarda una tasca, una giacca sartoriale la riconosci dalla tela al posto della velina interna, mezzelune a mano e cuciture aperte.
Ti ricordi un aneddoto simpatico di questi 20 anni a Sartoria Latorre?
Sì quando, 3 anni fa, mi hanno fatto sfilare a Milano in qualità di sarto. Ero terrorizzato, ma andò benissimo.
Cosa significa essere sarto oggi?
E’ una professione che richiede molta pazienza e dedizione. Per realizzare un abito è necessario molto tempo, quindi spesso è scoraggiante per qualcuno che si affaccia per la prima volta a questa professione, nonostante abbia un valore inestimabile. Se dovessi consigliare ad un giovane di fare il sarto, forse gli sconsiglierei di farlo, anche se io amo il mio lavoro.
Indossare una giacca sartoriale, ha un valore inestimabile, parola di Ciro, il sarto di Sartoria Latorre.